Hoang upon a time #S01E03
Previously, on Hoang Upon a Time e01s02: Se questa è la prima newsletter Hoang Upon a Time che ricevete, non sapete che nella prima puntata abbiamo parlato di una specie aliena: i Valori di Riflesso™, mentre nella seconda ci siamo cimentati nel racconto di Epifanie e Migrazioni di Significato.
Oggi invece la storia che dovete assolutamente conoscere è una vicenda un po’ underground e un po’ dark.
Mi piacerebbe darvi un tempo di lettura, ma vi dò una metrica diversa:
Tempo di risonanza nel cervello: 1-3 mesi.
Questa è una di quelle avventure che lì per lì ti lascia un semplice “bon, bella storia”, ma che poi permane nella testa bruciando lentamente e accendendo tutta una serie di micce. Almeno così è stato per me. Vediamo che ne pensate voi.
C’era una volta una cicala.
No, non quella che passa l'estate a gozzovigliare per poi farsi fare la ramanzina dalla formica. Questa cicala ha un piano.
Siamo nel Gennaio 2012 quando sul forum di discussione 4chan appare un enigmatico ed improvviso messaggio.
FYI: 4Chan è un forum che ospita una delle community senza restrizioni e cross-generazionale più influenti del mondo, dove si mischiano il peggio e il meglio delle sottoculture di Internet, NSFW non solo per i contenuti VM18, ma anche per le discussioni tematiche senza filtro da greyweb (ovvero quelle cose non dark, ma al limite della legalità, quelle per i principianti).
Questo messaggio, scritto da un utente anonimo, annunciava la presenza di un enigma, una serie di sfide criptiche e complesse, che sarebbero state risolte solo da coloro in grado di dimostrare la loro abilità e il loro ingegno. L'immagine di un messaggio in codice con la scritta Cicada 3301 apparve nel post e servì come punto di partenza per l'avventura.
Cicada 3301 è uno dei misteri più enigmatici e affascinanti del mondo dell'informatica e di Internet. È come se qualcuno avesse preso un puzzle da detective mescolato con elementi di crittografia avanzata e cultura hacker e lo avesse lanciato nel mondo digitale, invitando le menti più brillanti a partecipare a una caccia al tesoro globale.
Ovviamente anche le menti brillanti a volte sbagliano e in quel caso poteva apparire, ad esempio, una papera.
La sfida ha rapidamente catturato l'immaginazione di persone in tutto il mondo. Per risolvere gli enigmi, i partecipanti hanno dovuto dimostrare competenze man mano più raffinate in crittografia, matematica, musica, storia e cultura generale.
Per saperne di più di Cicada 3301 e collegare i punti, vi lascio questo meraviglioso video su YT in ENG per quando avete una pausa pranzo abbastanza lunga (warning: sono 40 min).
In alternativa, questo in italiano (un po’ più triste per la cronaca):
Anche dopo aver visto il filmato non è del tutto chiaro quale fosse l’obiettivo ultimo di questo “gioco”, ma il modo in cui è stato progettato mi offre lo spunto per parlarvi di una cosa importante per chiunque si occupi di marketing e aree limitrofe.
Per scoprire qual è questa cosa dovete risolvere questo anagramma:
“CALMAI TONNI”
No, scherzo… o anche sì, risolvetelo, ma se voglio andare avanti con la newsletter vi devo per forza svelare che il tema di questa puntata è l’Omnicanalità. Questa parola nel mio ambiente esce a ogni tombola, forse un po’ meno rispetto alla parola Innovazione, ma un paio di terne a ogni progetto me la porto sempre a casa.
Eppure, sebbene il concetto fosse chiaro, non avevo mai esperito realmente l’impatto trasformativo che una ben fatta omnicanalità riesce a generare.
Innocente ignoranza, in realtà ero convinto di sapere, ma quando poi davvero ho fatto “Wow!”, Socrate si è preso la sua rivincita apparendomi in sogno flexando il suo motto “sapiente è colui che sa di non sapere”.
Partiamo da delle definizioni da manuale:
L'omnicanalità, la multicanalità e la crosscanalità sono tutti concetti relativi alla gestione delle interazioni e delle esperienze dei clienti in diversi canali di comunicazione. Tuttavia, presentano alcune differenze significative:
Omnicanalità: si riferisce a un approccio integrato che offre ai clienti un'esperienza coerente attraverso tutti i canali di comunicazione disponibili, inclusi negozi fisici, sito web, app, social media, etc. L'obiettivo principale dell'omnicanalità è quello di assicurarsi che i clienti possano passare da un canale all'altro senza subire frizioni. Ad oggi non esistono piattaforme o sistemi di servizi in grado di offrire davvero una reale omnicanalità al 100%.
Multicanalità: si concentra sulla presenza di più canali di comunicazione indipendenti che gli utenti possono utilizzare per interagire con un'azienda. In questo caso, ogni canale opera autonomamente e non viene gestita un'esperienza unificata tra di loro. Ad esempio, un'azienda può avere un sito web, una presenza sui social media e un servizio clienti telefonico, ma questi canali possono non essere interconnessi e la gestione e il coordinamento delle interazioni sono limitate. La maggior parte dei servizi è oggi almeno multicanale.
Crosscanalità: si riferisce all'integrazione di più canali di comunicazione in modo tale che i clienti possano iniziare un'interazione su un canale e continuarla in modo fluido su un altro. Ad esempio, un cliente può iniziare una ricerca di un prodotto online e poi completare l'acquisto in negozio, o può iniziare un'interazione con un'azienda attraverso una chat in tempo reale e poi ricevere ulteriori assistenza tramite e-mail. Tutti i servizi dovrebbero essere cross-canale.
Il termine omnicanalità non ha una reale data di “invenzione”, eppure appare per la prima volta intorno al 2012, diventando velocemente una buzzword sulla bocca di tutti.
Ma è la stessa data in cui è apparsa Cicada 3301, è un gomblotto1!1!!?
Naaah, ma il 2012 è quasi preistoria, e nonostante tutto, a oggi, la maggior parte dei servizi è soltanto multicanale e il massimo del profumo di omnicanalità oggi che abbiamo raggiunto, è guardare un film su Netflix dalla TV in cucina alla TV in sala e continuare da dove l’avevamo lasciato (incrociando le dita).
La tecnologia non ha fatto passi da gigante con l’impatto che ci aspettavamo: Apple lancia la sua idea di omnicanalità nel 2014, chiamata commercialmente “continuity”, come una prima integrazione fra desktop e mobile, ma solo nel 2020 con la maturazione e una vera applicazione della funzionalità di “handoff” raggiunge un primo tentativo di reale interoperabilità fra le azioni fra tutti i dispositivi che fanno parte dell’ecosistema di Apple. Nel 2022 estende questa continuità non solo al software, ma anche all’hardware ad esempio con la webcam e arriviamo allo stato dell'arte.
Pensate non solo alla sfida tecnologica, ma anche al motivo per cui certe funzionalità non sono state lanciate con leggerezza, ad esempio, il solito problema di sicurezza e privacy dei dati. Non a caso la vostra banca online, se vi loggate contemporaneamente su un dispositivo mobile quando siete su desktop o addirittura se aprite un altro tab sul vostro browser, vi butta fuori senza pietà.
Ma allora l’omnicanalità ci serve o no? Sì ovviamente, ma come in tutte le cose non dobbiamo cercare l’omnicanalità ai fini dell’omnicanalità (tipo art for art’s sake) ma domandarci “Quando davvero siamo in grado di apprezzarne il valore?” ed iniziare da là.
🧞♂️ Morale della favola
Cicada 3301 ha dimostrato quanto sia affascinante e potente la combinazione di crittografia, enigmi e cultura hacker. È un esempio di come Internet possa essere utilizzato per creare un'esperienza condivisa e coinvolgente, anche se le sue vere intenzioni rimangono oscure.
L’esperienze di Cicada è una di quelle esperienze trasformative perché ha fatto attraversare ai partecipanti diversi livelli di interpretazione, senza limitarsi al concetto di canale.
Si tratta di un viaggio fantastico in cui il controllo è dato a me, il protagonista. Posso guardare un’immagine per risolvere l‘enigma analizzandola nei suoi contenuti visuali, ma non è sufficiente. Devo cambiare chiave di lettura e saltare al contenuto semantico, a come sono relazionate le cose che vedo fra loro e cosa significano.
Il viaggio continua facendomi saltare a un livello completamente metafisico, ovvero cercando informazioni nascoste all'interno del formato software dell'immagine stessa. Gli indizi mi porteranno a luoghi fisici, rompendo la barriera del digitale e mi ritroverò a inseguire QRCode in posti reali in giro per il mondo che mi rimanderanno a loro volta ad altrettanti luoghi digitali.
Questo continuo saltare da un media a un altro, da un canale a un altro, da un livello di interpretazione a un altro, è il segreto dei giochi e delle esperienze che più amiamo.
Perché qui è la morale: rompere il muro è “wow”.
Passare da diversi livelli di interpretazione in maniera completamente naturale e frictionless, ma soprattutto inaspettata, appaga e gratifica. Nei film è uno stratagemma meraviglioso quello di “bucare lo schermo” o in anglo “breaking the fourth wall”, dove il protagonista esce dalla narrativa e parla direttamente allo spettatore, fregandosene del contesto di fiction in cui si trova.
Qui un po’ di esempi storici:
Quando ci siamo dentro, l’effetto black magic ci soddisfa e si tratta di una cosa che ovviamente apprezziamo, MA la vera “MAGIA” accade quando andiamo a rompere davvero una barriera fra due canali che a noi sembrava invalicabile e, quando meno ce l’aspettiamo, l’esperienza diventa un qualcosa di sinestetico.
In quel momento esatto la percezione di valore che proviamo è massima, improvvisa, gratificante.
E per questo è così difficile riprodurla quando si tratta di un brand.
La possibilità di passare in modo fluido da un canale all'altro - a valle degli indispensabili presupposti tecnologici - sembra non avere che un atterraggio funzionale ma l’esigenza a cui risponde è spesso fittizia, o nella migliore delle ipotesi un nice to have.
Un esempio carino ma molto circoscritto è Amazon che manda una mail cartacea per promuovere un servizio digitale. È strano, fuori contesto, ci ingaggia.
Al di là però di questi happening un po’ one shot (Hoang Shot!), non siamo ancora in grado di utilizzare davvero l’omnicanalità come strumento per convogliare un valore lasciando il consumatore “ammaliato” ed è interessante domandarci se e dove si nasconde questa opportunità.
Un po’ come in Cicada 3301, vi lascio con questo enigma da risolvere e se vi viene in mente qualcosa, beh, parliamone.