💫 Che fine ha fatto Ronald McDonald?
Come il pagliaccio del McDonald è divenuto celebre e come, quando è servito, è stato fatto fuori.
Hoang upon a time #s01e22
Previously, on Hoang Upon a Time: Nello scorso episodio abbiamo parlato di una rivoluzione mancata nel mondo audio. Tra le cassette, i CD e l’iPod, qualcuno inventò un dispositivo che sembrava avere tutte le carte in regola per diventare prodotto leader di mercato: il MiniDisc. Eppure questa cosa non accadde mai. 💽
C’era una volta Ronald McDonald…
Ti ricordi com’era entrare in un McDonald vent’anni fa?
Varcavi la porta con i tuoi figli, o magari eri tu bambino allora, e all’improvviso ti ritrovavi in una stanza coloratissima, giallo e rosso dappertutto, i tavoli pieni di sedie con le statue in plastica dei personaggi Mc.
L’odore di patatine fritte e hamburger ti permeava le narici, vedevi tutti gli altri bambini giocare con le sorprese trovate nel menù e gustarsi beati dei nuggets e tutto quello che desideravi fare era correre verso il bancone e gridare:
Voglio un Happy Meal!
In questo paradiso sensoriale, tra chiasso, euforia collettiva, scivoli e palline colorate, c’era spesso un volto, un volto noto, visto e rivisto, truccato e felice, la mascotte di tutto questo mondo, un punto di riferimento: Ronald McDonald, il pagliaccio del Mc.
Chi era Ronald McDonald?
Non parliamo dell’uomo dietro alla mascotte, ma proprio della mascotte.
L’allegro e spensierato clown del McDonald, vestito di giacca gialla e camicia a righe rosse e bianche, con il naso rosso, i capelli rossi e la faccia bianca come il latte, bazzicava nei McDonald del mondo come mascotte a partire dal 1963.
Era accompagnato da tanti altri personaggi, tra cui il sindaco di McDonaldland Major McCheese, il ladro Hamburglar, il pulcino Birdie, i pupazzi Fry Kids e l’indefinibile creatura che è Grimace. Tutti insieme rendevano il mondo del Mc vivo e reale.
Ronald era collegato alla formula dell’Happy Meal, che offriva giochini in plastica. La sua figura associata alla formula riuscì a fidelizzare generazioni intere di consumatori.
Ricordate il film SuperSizeMe, in cui un ragazzo mangia per un anno SOLO McDonald per vedere che effetto gli fa? All’interno del film c’è un’intervista a diversi bambini in cui si vede che riconoscono più facilmente Ronald McDonald rispetto all’allora presidente Bush, ma anche rispetto a Babbo Natale e Gesù!
Il 96% degli Americani conosce Ronald McDonald.
Il restante 4% probabilmente mente.
Essere clown 🤡
Nonostante fosse conosciutissimo, Ronald non ha mai convinto tutti.
E non è solo perché il McDonald è un fast food che nuoce alla salute e Ronald è il suo simbolo. La questione è legata ai clown in generale.
Nella cultura popolare i clown derivano ovviamente dai giullari di corte, che hanno sempre due caratteristiche: a tratti sono stupidi e tristi, a tratti scaltri, intelligentissimi e folli. Saltano da una parte all’altra della corte e nessuno sa chi sarà la prossima vittima dei loro scherzi o sbeffeggi.
I pagliacci sono simili: buffi, goffi, imbranati un momento e il momento dopo scattanti, scaltri, veloci. Questa è una delle ragioni per cui i clown inquietano molte persone: sono visti come imprevedibili.
Una ricerca recente ha indicato che circa il 56% delle persone ha paura dei clown, con il 5% di persone che riportano questa paura come estrema!
Esiste anche un nome scientifico che da oggi potete usare con gli amici per fargli vedere quanto siete colti: la coulrofobia, la paura dei clown. Questa fobia può portare in chi la prova nausea, vomito, sudori freddi, tremori e anche attacchi di panico.
Da cosa è causata?
Ci sono diverse ipotesi, ma la più probabile ha a che fare con il trucco dei clown. I clown infatti sono di solito truccati con una forte base bianca e rossa che copre i lineamenti della bocca, nascondendo l’espressività della persona, le sue intenzioni.
Insomma, il nostro corredo evolutivo ci manda un segnale di allarme:
⚠️ Non sappiamo bene chi è questa persona e non riusciamo a capire cosa voglia. ⚠️
⚠️ Attenzione! ⚠️
Ma i problemi non finiscono qui, anzi.
Il 2016, l’anno fatale
Il 2016 potrebbe essere l’ultimo anno in cui hai visto la faccia di Ronald.
Verso agosto 2016 una moda sinistra emerse negli USA e UK. Tutto era nato da un trend in cui le persone si vestivano da clown inquietanti e dall’aspetto minaccioso, ma degenerò quando si iniziarono a vedere clown pazzi anche vicino alle scuole e alle fermate del bus.
Il trend ebbe l’apice drammatico quando una famiglia in Florida venne attaccata e picchiata in casa da venti persone travestite da creepy clown.
Il trend veniva da decenni di ulteriori svalutazioni delle figure dei clown in generale:
negli anni ‘70 aveva generato orrore Gacy, un serial killer responsabile della morte di 33 persone, che uccideva vestito da clown.
negli anni ‘80 l’uscita di Batman, con Jack Nicholson nel ruolo di Joker aveva creato ulteriore sospetto attorno ai clown.
negli anni ‘90 e nei primi anni 2000 spopolavano gli horror dedicati a questa figura, tra cui anche Drive-Thru, ovviamente parodico del Drive-in di McDonald.
infine, nel 2016, si stava girando il film IT, tratto da Stephen King, che già si sapeva avrebbe riscosso grande successo.
In seguito a tutti questi eventi, McDonald scrisse solo:
McDonald's e i franchisee locali sono consapevoli del clima attuale riguardo agli avvistamenti di clown nelle comunità e stanno adottando un approccio ponderato riguardo alla partecipazione di Ronald McDonald agli eventi comunitari per il momento.
Non passò molto tempo che la gente iniziò ad accorgersene e a chiedersi se sarebbe mai tornato effettivamente. McDonald non disse niente di specifico, ma a distanza di mesi aggiunse:
Siamo spiacenti che Ronald McDonald non appaia più nella pubblicità di McDonald's UK, ma è ancora molto impegnato a lavorare per noi: spesso viaggia su e giù per il Paese per promuovere alcune delle nostre nuove e entusiasmanti attività e visita i nostri ristoranti per assicurarsi che tutti si stiano godendo i loro pasti.
Da questo messaggio sono passati 8 anni e nessuno da allora ha visto Ronald in nessun ristorante Mc del mondo. Sono bastati pochi mesi per sopprimere una mascotte che era simbolo del brand da 50 anni e all’improvviso nessuno ne ha saputo nulla.
Impossibile non farsi scendere una lacrimuccia.
Addio Ronald, insegna agli angeli come preparare un Crispy McBacon con doppia salsa. 😔🍔
🧞♂️ Morale della favola:
La storia di Ronald McDonald ci insegna l'importanza e la fragilità dei testimonial simbolici. In un'epoca in cui i valori cambiano rapidamente, anche i simboli devono adattarsi. Ronald McDonald, un tempo icona dell'allegria e della spensieratezza per generazioni di bambini, è diventato un capro espiatorio, vittima di un cambiamento culturale e sociale.
Un testimonial è più di un semplice volto; è un “significante”, un rappresentante di valori e ideali. Quando questi valori evolvono, anche il testimonial deve cambiare o rischia di diventare obsoleto.
Questa storia ci ricorda che nel mondo del marketing e della comunicazione, nulla è permanente. In alcuni casi, come quello di Ronald, il simbolo deve essere sacrificato per segnare un nuovo inizio e adattarsi ai tempi.
Dobbiamo chiederci: “Ha ancora senso nel 2024, con tutti i social, avere una mascotte?”. Molte aziende se ne sono liberate, perché era troppo impegnativo stare dietro a tutte le problematiche che portava.
Un team marketing nel 2024 ha molte più preoccupazioni di un team marketing del 1964. Deve continuamente chiedersi:
“Le mie mascotte sono inclusive? Mandano un messaggio negativo? Possono generare offesa a qualcuno?”
Quando questa operazione richiede troppo lavoro, mollare è meglio che continuare.
E così, le mascotte di tutti i brand devono cercare nuovo lavoro.
Saluti baci e abbracci,
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