💫 Una vittima dell'innovazione.
Oltre a cassette, CD, iPod, Spotify, c'è un quinto grande prodotto nella storia della musica che prometteva bene, ma non riuscì mai a scoppiare.
Hoang upon a time #s01e21
Previously, on Hoang Upon a Time: Nello scorso episodio abbiamo parlato di clown, di testimonial e di paure ataviche, ovviamente non in questo ordine 🤡🤡🤡 e ovviamente non mi riferisco alle elezioni che si stanno tenendo inq uesto periodo in ogni parte del mondo.
L’innovazione funziona in modi strani.
In alcuni campi funziona tramite lente e costanti evoluzioni.
In altri, tramite violente e imprevedibili rivoluzioni.
Prendiamo la televisione… 📺
La TV ha subito tante evoluzioni nel tempo:
da bianco e nero, a colori.
dal satellitare, al digitale terrestre.
da un’unica rete, alla pluralità di emittenti.
È cambiata molto nel tempo.
Ma se guardi una foto degli anni ‘80, con delle persone che guardano la tele sul divano o in cucina, non è poi così diversa da oggi.
La TV è stata in grado nel tempo di integrare piccole, ma costanti, evoluzioni.
La stessa fortuna non è capitata ad altri strumenti.
Nello stesso arco di tempo l’industria della musica non ha avuto la stessa relativa stabilità della TV, ma ha subito tante, marcate rivoluzioni dagli anni ‘80 a oggi.
Chi si ricorda le audiocassette? 📼
Bellissima l’idea di potersi portare la musica dietro, anche in bus, anche in macchina con il nastro lettore.
Ma quante volte si inceppavano, obbligandoci a usare una penna per riavvolgere?
L’introduzione del Walkman della Sony è del 1979.
Le cassette ebbero la loro epoca d’oro negli anni ‘80, ma neanche dieci anni dopo vennero completamente sostituite!
Si cambia giro! 💿
È il 1985 quando Brothers in Arms, masterpiece dei Dire Straits, diventa il primo album a vendere un milione di copie su formato CD.
I CD, queste creature mitiche e cromate permettevano addirittura di saltare traccia!
In pochi anni distrussero il mercato delle audiocassette.
La loro epoca d’oro furono i ‘90s.
Eppure anche il loro predominio fu breve.
“1.000 canzoni nella tua tasca”. 🎧
È il 2001, benvenuto iPod.
L’iPod è entrato come un fulmine a ciel sereno, una tecnologia aliena: nuovo formato, nuovo strumento, un’esperienza completamente diversa.
Improvvisamente, il problema dello spazio di archiviazione venne risolto. La nostra intera libreria musicale, a portata di mano. Sembrava avessimo raggiunto il massimo.
Ma come sappiamo, nemmeno dieci anni dopo si cambiò di nuovo.
Digitale, streaming, on-demand. 🟢
Esplosa nel 2011, Spotify ha ancora una volta rivoluzionato l’industria della musica.
Digitale, streaming, on-demand, oggi Spotify regna già da dieci anni, quindi chissà che tra poco non esca qualche altra innovazione a detronarla.
La vittima di tutte queste rivoluzioni.
Questa breve storia degli ultimi 50 anni di musica è bella da raccontare, ma bisogna ricordarsi che tra tutti questi cambiamenti ci scappò la vittima.
Tra tutti i formati che abbiamo citato, ce n’è uno che manca. Un formato che prometteva grandi cose e che per diversi e complessi motivi non ha mai sfondato: il MiniDisc.
C’era una volta il MiniDisc
Il protagonista di questa puntata viene dal lontano 1926, un ragazzo di nome Nobutoshi Kihara, nato in una famiglia giapponese che aveva radici profonde nel mondo dell'ingegneria e della produzione. Sin da giovane, Nobutoshi mostrava un grande interesse per tutto ciò che era meccanico, da piccoli motori a radiosveglie, trascorrendo ore a costruire e a riparare con una passione che solo i veri inventori possiedono.
Guidato dai consigli di suo padre, Nobutoshi decise di iscriversi all'Università di Waseda, noto per il suo centro di ricerca sulla fonderia e al termine degli studi, il destino volle che Nobutoshi incrociasse la strada della nascente Sony, una compagnia fondata da Masaru Ibuka, che in quel periodo insegnava proprio a Waseda. Nobutoshi, quando vide un annuncio di lavoro per la Sony affisso nell'università, non ebbe dubbi: quella era la sua strada.
Iniziò lavorando su un progetto chiamato Hellschreiber, un tipo di telegrafo stampante, progetto che incontrò difficoltà a causa delle infrastrutture dell'epoca. Ma Nobutoshi non si lasciò scoraggiare. Passò al prossimo progetto: il miglioramento dei registratori di filo. Una svolta avvenne quando Nobutoshi capì immediatamente le implicazioni di passare dalla registrazione su filo a quella su nastro magnetico, e si dedicò allo sviluppo di materiali e tecniche per i nastri magnetici, contribuendo a lanciare il primo registratore a nastro di Sony.
Con il tempo, la sua curiosità lo portò a esplorare le possibilità dei registratori portatili, poi dei transistor, e infine dei registratori video, culminando nello sviluppo del rivoluzionario Betamax.
Questa serie di innovazioni indirizzo Sony verso il gigante dell'elettronica che oggi conosciamo e Nobutoshi divenne uno degli ingegneri responsabile di una quantità spaventosa di brevetti dell’azienda.
Il MiniDisc, introdotto da Sony nel 1992, rappresentava una delle tante rivoluzioni promesse nell'industria musicale. Concepito sotto la guida di Nobutoshi, il MiniDisc era una risposta innovativa alle limitazioni delle audiocassette e dei CD.
Con il MiniDisc, Nobutoshi voleva creare un formato capace di:
avere la portabilità delle audiocassette,
avere la capacità di registrazione dei CD,
essere innovativo dal punto di vista della user experience.
Sony investì ingenti risorse nella ricerca e sviluppo, sperimentando con diverse tecnologie di registrazione e materiali per il disco, arrivando infine alla tecnologia magneto-ottica.
L’oggetto aveva grandissimi potenzialità.
Lo strumento migliore. ✨
Il MiniDisc appariva come il successore de facto della cassetta a metà degli anni '90.
Rispetto alla cassetta, i MiniDisc:
non avevano fruscio di fondo
non necessitavano di essere riavvolti o girati
occupavano meno di un terzo del volume (24,5 cm³ contro 82 cm³)
potevano contenere titoli di tracce e dischi
non si degradavano con gli ascolti
erano molto più robusti
fornivano una qualità audio superiore
E rispetto ai lettori CD, i MiniDisc:
avevano una protezione anti-skip universale
erano molto più piccoli
erano registrabili
vantavano una durata della batteria più lunga
erano molto più durevoli
Per queste ragioni, il MiniDisc fu visto come il successore legittimo alla cassetta e un'alternativa più conveniente al lettore CD come formato musicale portatile.
Eppure…
Quanti di voi hanno un MiniDisc a casa? Qualcuno sì, ma sicuramente sono molte più le persone che hanno uno o molti CD a casa!
Un talento sprecato. 🙁
I MiniDisc fecero difficoltà a trovare un’audience.
A livello tecnologico erano impareggiabili, ma c’era un altro problema:
Le case discografiche non avrebbero lanciato album in massa sui MiniDisc finché non avessero riscontrato un uso di massa. L’uso di massa però non sarebbe mai arrivato se le case discografiche non avessero prima lanciato abbastanza album importanti.
Un cane che si morde la coda.
Nei paesi dove venne adottato in massa, tipo il Giappone, il suo successo fu incredibile. In altre parti del mondo fece molta più fatica.
“Ce l’hai quasi fatta!”
Nonostante tutte le difficoltà, il MiniDisc a un certo punto sembrava sul punto di ottenere il successo che meritava.
In Europa, Sony riuscì a creare una base di utenti entusiasta, specialmente tra gli audiofili e i professionisti del suono. Il MiniDisc trovò il suo posto anche nelle radio e negli studi di registrazione, grazie alla sua capacità di registrare e riscrivere senza perdita di qualità.
In Italia, Francia e Germania, il MiniDisc era apprezzato per la sua versatilità e la sua qualità audio superiore.
Negli Stati Uniti, Sony promosse aggressivamente il MiniDisc nelle principali città, organizzando eventi e collaborazioni con artisti famosi per dimostrare le capacità del formato.
I vantaggi del MiniDisc erano evidenti. I professionisti del settore audio cominciavano ad apprezzare il MiniDisc per le sue capacità e la facilità d'uso.
Eppure, proprio quando il MiniDisc sembrava sul punto di diventare il nuovo standard per la musica portatile, un nuovo concorrente entrò in scena.
Finale triste. 🎭
Improvvisamente, arrivò iPod.
La necessità stessa di supporti fisici per la musica venne messa in discussione.
Fu il colpo di grazia. Il MiniDisc non potè competere con la comodità e la capacità di memoria dei lettori MP3. Le vendite cominciarono a calare e, gradualmente, anche Sony ridusse il supporto per il formato.
Così, nonostante le sue grandi potenzialità, non riuscì mai a raggiungere il successo globale che gli sarebbe spettato.
Rimane un capitolo affascinante nella storia dell'innovazione tecnologica, un simbolo di come anche i prodotti migliori possono fallire se il mercato non è pronto.
Morale della favola 🧞♂️
La storia del MiniDisc di Nobutoshi ci insegna che il successo di un prodotto tecnologico non dipende solo dall'innovazione, ma richiede anche un allineamento strategico con le esigenze del mercato.
La storia del MiniDisc evidenzia l'importanza di una visione strategica completa che vada oltre l'innovazione tecnologica.
Anche un prodotto tecnicamente superiore può fallire se non è in grado di allinearsi con le dinamiche del mercato, comprendere la concorrenza e adattarsi rapidamente ai cambiamenti.
Innovazione, accessibilità, tempismo e adattabilità sono tutti fattori essenziali per il successo di un prodotto tecnologico.
…e anche per oggi è tutto! 💫
Torno ad ascoltare la mia collezione di Minidisc di cantanti J-POP, un abbraccio!